domenica 11 novembre 2012

San Martino

Giotto- San Martino e il mendicante - Affresco- Basilica di Assisi

Per ricordare . . . 

Actus Caritatis ( il gesto di carità)  di San Martino, Vescovo di Tours


Fin dall'alto Medioevo, Martino (IV sec. d.C.) fu il Santo più popolare e venerato in Italia, Francia, Spagna e Germania. Nacque tra il 316 e il 317 da genitori pagani nella provincia romana della Pannonia (l'odierna Ungheria) e morì a Candes l'8 novembre 397.  La sua ricorrenza cade tre giorni dopo la sua morte, cioè l’11 novembre, giorno dei suoi funerali e della sua sepoltura a Tours.
Ancora giovinetto fu chiamato alle armi. La legge romana del tempo lo obbligava ad arruolarsi nella cavalleria romana e a soli 19 anni fu destinato in Gallia per combattere.
Fu in quel tempo (probabilmente nel 338), quando ancora Martino era catecumeno, che avvenne, alle porte di Amiens, l’episodio del mantello.
Contro la volontà dei genitori, Martino si fece battezzare e si convertì al cristianesimo. Divenuto cristiano lasciò le armi e iniziò a condurre una vita monastica dedicandosi principalmente alla sua opera di evangelizzazione. Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero vescovo della loro città dedicandogli la basilica che divenne ben presto meta di numerosi pellegrinaggi.

La leggenda racconta . . .

Era l'11 Novembre, il cielo era coperto, piovigginava e tirava un brutto vento che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto in un ampio mantello di guerriero.
Ma ecco che lungo la strada vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo.
Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. Poveretto - pensa - morirà per il gelo! E pensa come fare per dargli un pò di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito, ma per caso il cavaliere non ha con sè nemmeno una moneta.
E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poichè gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto. 
Dio ve ne renda merito! - balbetta il mendicante, e sparisce. 
San Martino contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte del mantello che lo copre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che, improvvisamente, smette di piovere, il vento si calma, le nubi si diradano e il cielo si rasserena. L'aria si fa mite.
Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi l'altra metà del mantello.

A quel gesto di carità seguì un insolito mitigarsi del clima, che si perpetuò nel tempo diventando “L’estate di San Martino”. 

Ma la storia di San Martino non finisce qui.

Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio Lui in persona.

Martino era stato ricompensato dal Signore con la clemenza delle temperatura; poichè il suo  comportamento da cristiano aveva confermato il comandamento dell'Amore: "Ama il prossimo tuo come te stesso". 


La Festa di San Martino fissata l'11 Novembre, collocata alla fine dell'annata agricola al principio della stagione invernale, diede origine a molte tradizioni legate al mondo rurale e in particolare alle attività agricole. Una tradizione celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata per l'appunto San Martino.

In quel periodo si completa la raccolta dei frutti, il mosto ribolle nei tini ed è prossima la svinatura. I boschi sono ricchi di selvaggina, di funghi, di castagne, di nespole e molti altri frutti. Tutto ciò è occasione di incontri, di festa e di abbondanti libagioni.

Ricordiamo questa straordinaria ricorrenza come esempio di santità, di amore e di tradizione. 


 


Buon San Martino a Tutti! 

Elvira Nania 



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