sabato 21 aprile 2018

Curiosità d'arte - L'opera d'arte


Un'opera d'arte è una creazione artistica che nasce dal pensiero umano, da un' ispirazione o dall'imitazione della realtà. 
Nel suo significato più profondo l’opera d’arte è il linguaggio dell' interiorità e dell'animo umano.
Realizzata attraverso una serie di norme conoscitive derivanti dall’esperienza e dalle capacità tecniche dell’artista, l'opera d'arte è considerata tale quando ha una funzione, essenzialmente, culturale, una sua espressione estetica ed una finalità.

Evoluzione storica del concetto di opera d'arte

Nel corso dei secoli l'opera d'arte è stata variamente interpretata a seconda del contesto storico, artistico, culturale e sociale in cui era plasmata.

Nell'antichità classica l'opera d'arte era considerata téchne (ossia, tecnica del saper fare, del saper operare). L'artista, considerato un artigiano, era valutato per le sue capacità tecnico-manuali, operava all'interno di una struttura organizzata detta bottega e l'opera d'arte era il prodotto dell'abilità e dell'esperienza manuale dell'artefice.

In età ellenistica, l'arte assume il valore di entità ispirata alla divinità (éntheon) quindi sacra. Arte intesa come riflesso della bellezza divina interiorizzata dall'artista ed elaborata manualmente attraverso procedimenti tecnici.
Una concezione di arte che si estende fino al Medioevo quando l'artista cessa di essere prevalentemente artigiano e a parità del letterato è considerato un intellettuale, preparato e versatile nelle dottrine umanistiche come nelle scienze. Ora l''artista lavora su committenza, realizza composizioni scultoree e raffigura straordinari cicli pittorici dove l'elemento spirituale supera quello emotivo dello stesso artista.

Nel Rinascimento ritorna l'idea di opera d'arte come imitazione della realtà, si ritorna al gusto classico del passato. L'artista va alla ricerca della bellezza, della perfezione, basta osservare alcune opere dei grandi maestri del tempo, quali la Gioconda di Leonardo da Vinci, la Pietà di Michelangelo, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio, etc. etc.
Durante il Rinascimento le opere d'arte si identificavano con le arti del disegno.
Infatti, il disegno, padre di tutte le arti, è ritenuto il principio teorico e pratico che governa l'imitazione della realtà naturale e spirituale. 
Fra le arti del disegno sono comprese le arti cosiddette "maggiori" (pittura, scultura, architettura) e "minori" (arti applicative, miniature, arte del vetro, oreficeria, etc.).

In età barocca, la definizione di arti del disegno viene gradualmente sostituita dal termine accademico di belle arti. Infatti, tale termine nasce in ambiente accademico ed associa l'idea di arte a quella di bellezza. 
La bellezza, in termini artistici e nella teoria classicista è l'elemento fondamentale che distingue un'opera d'arte da oggetti comuni.

Nel Settecento, nell'ambito delle opere d'arte, si riscontra il termine di arti figurative e arti plastiche. Un termine che perdurerà fino al XIX secolo, allorquando verrà introdotto quello di monumento. A quell'epoca, per monumento si intendeva di preferenza, una grande opera architettonica situata in un contesto urbanistico o territoriale. Ma qualche studioso aveva un concetto ben più ampio:  "Monumento si attaglia a una quantità di opere artistiche; e quindi si adopera indifferentemente parlando del più grandioso edificio e della più piccola medaglia" (Quatremère de Quincy, 1842-44).

Verso la fine dell'Ottocento entra in uso il termine opera d'arte mantenuto normalmente fino a oggi e intende designare un manufatto contrassegnato da specifiche caratteristiche, quali il significato del linguaggio, il valore estetico, il carattere individuale o collettivo.
Ogni opera d'arte si distingue da altre forme artistiche per alcuni elementi specifici  tradizionali o innovativi: il materiale, la tecnica, l'iconografia e lo stile. 

A partire dagli anni Cinquanta-Sessanta del Novecento si sono introdotte altre denominazioni relative agli oggetti artistici: arti visive e beni culturali.

Con la prima (arti visive) si è intesa sottolineare l'importanza dell'oggetto visibile e più direttamente l'implicazione nella fruizione. 
Con la seconda (beni culturali) vengono invece indicati tutti gli oggetti che recano il segno della cultura umana (apporto antropologico).

Il concetto di bene culturale che ingloba l'opera d'arte comprende tutti i fenomeni della cultura materiale in una visione parietaria senza alcuna distinzione gerarchica; oltre l'interesse per la ricerca dei valori estetici e formali, l'attenzione si focalizza sul sistema antropologico che esprime le varie forme artistiche. Si sviluppano ulteriormente il rapporto tra le varie forme di produzione, i sistemi di lavorazione, la connessione tra forze sociali e rapporti di produzione tra ideazione ed esecuzione, tra committente e artista. 

Nella storia dell'arte contemporanea il termine bene culturale si introduce in una dimensione ben più ampia, una dimensione collettiva artistica che assume una sua connotazione "patrimoniale". Nasce da qui il termine patrimonio culturale, un insieme di beni culturali di appartenenza ad un gruppo sociale che li custodisce, li conserva, li preserva e li valorizza. 

Ritornando al concetto iniziale di opera d'arte...
oggi per opera d'arte s'intende qualcosa che attraverso le immagini riesce a comunicare sensazioni, emozioni, sentimenti. 
Conserva il suo valore estetico, il suo significato e l'osservatore cerca di interpretarla. 


Elvira Nania 


Continua . . .  




 






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