Giotto- San Martino e il mendicante - Affresco- Basilica di Assisi
Per ricordare . . .
Actus Caritatis ( il gesto di carità) di San
Martino, Vescovo di Tours
Fin dall'alto
Medioevo, Martino (IV sec. d.C.) fu il Santo più popolare e venerato in Italia,
Francia, Spagna e Germania. Nacque tra il 316 e il 317 da genitori pagani nella
provincia romana della Pannonia (l'odierna Ungheria) e morì a Candes l'8
novembre 397. La sua ricorrenza cade tre
giorni dopo la sua morte, cioè l’11 novembre, giorno dei suoi funerali e della
sua sepoltura a Tours.
Ancora giovinetto
fu chiamato alle armi. La legge romana del tempo lo obbligava ad arruolarsi
nella cavalleria romana e a soli 19 anni fu destinato in Gallia per combattere.
Fu in quel tempo
(probabilmente nel 338), quando ancora Martino era catecumeno, che avvenne,
alle porte di Amiens, l’episodio del mantello.
Contro la volontà
dei genitori, Martino si fece battezzare e si convertì al cristianesimo. Divenuto
cristiano lasciò le armi e iniziò a condurre una vita monastica dedicandosi
principalmente alla sua opera di evangelizzazione. Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero vescovo della loro città
dedicandogli la basilica che divenne ben presto meta di numerosi pellegrinaggi.
La leggenda racconta . . .
Era l'11 Novembre, il cielo era
coperto, piovigginava e tirava un brutto vento che penetrava nelle ossa; per
questo il cavaliere era avvolto in un ampio mantello di guerriero.
Ma ecco che lungo la strada vide un
povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo.
Martino lo guarda e sente una stretta
al cuore. Poveretto - pensa - morirà per il gelo! E pensa come fare per dargli
un pò di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente
del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito,
ma per caso il cavaliere non ha con sè nemmeno una moneta.
E allora cosa fare? Ha quel pesante
mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poichè gli appare buona, non
ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne
dà una metà al poveretto.
Dio ve ne renda merito! - balbetta il
mendicante, e sparisce.
San Martino contento di avere fatto la
carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere
più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via
anche la parte del mantello che lo copre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che,
improvvisamente, smette di piovere, il vento si calma, le nubi si diradano e il
cielo si rasserena. L'aria si fa mite.
Il sole comincia a riscaldare la terra
obbligando il cavaliere a levarsi l'altra metà del mantello.
A quel gesto
di carità seguì un insolito mitigarsi del clima, che si perpetuò nel tempo
diventando “L’estate di San Martino”.
Ma la storia di San Martino non finisce
qui.
Durante la notte,
infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per
fargli capire che il mendicante incontrato era proprio Lui in persona.
Martino era stato
ricompensato dal Signore con la clemenza delle temperatura; poichè il suo comportamento da cristiano aveva confermato il comandamento dell'Amore:
"Ama il prossimo tuo come te stesso".
La Festa di San
Martino fissata l'11 Novembre, collocata alla fine dell'annata agricola al principio della stagione invernale, diede origine a molte tradizioni legate al
mondo rurale e in particolare alle attività agricole. Una tradizione celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata per l'appunto San Martino.
In quel periodo si completa
la raccolta dei frutti, il mosto ribolle nei tini ed è prossima la
svinatura. I boschi sono ricchi di selvaggina, di funghi, di castagne, di
nespole e molti altri frutti. Tutto ciò è occasione di incontri, di festa e di abbondanti
libagioni.
Ricordiamo questa straordinaria ricorrenza come
esempio di santità, di amore e di tradizione.
Buon San Martino a Tutti!
Elvira Nania
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