Beato Angelico – Filippo Lippi – Tondo Cook – National Gallery of Art di Washington
Nell'arte la Visita dei Re Magi è rappresentata con il titolo
"Adorazione dei Magi".
E' una scena in cui i nostri artisti, appartenenti ad epoche
diverse, raccontano nelle loro opere l'umano e il divino
Avvenimento accostando luci e colori semplici ma raffinati.
L’Adorazione
dei Magi dipinta da Gentile da Fabriano nel 1423 (Firenze,
Galleria
degli Uffizi) illustra egregiamente lo spirito della civiltà tardo-gotica, come
ben si vede, tutto è eleganza, raffinatezza, decorativismo. Verso la
capanna con la Sacra Famiglia,nella sinistra, si dirige un lungo ed affollato
corteo, preceduto dai Re Magi. Si rimane affascinati dalla brillantezza
dei colori, dalla luminosità dell'oro, dalla ricchezza dei dettagli, gioielli e stoffe lussuose ricamate in oro e in argento rendono la scena religiosa quasi
fiabesca.
Ai
piedi di Gesù si prostrano i tre Re Magi.
Il
primo, il più anziano, ha già deposto la corona davanti alla Sacra Famiglia e il
suo dono è già tra le mani delle servitrici.
Il
secondo, di età matura, sta per inginocchiarsi e con la mano destra sta
sfilandosi la corona, mentre con la sinistra tiene il calice dorato col suo
dono.
Il
terzo è appena sceso da cavallo, un servitore gli sta infatti smontando gli
speroni e con lo sguardo rivolto verso Gesù Bambino tiene in mano un'ampolla
d'oro pronta per la consegna.
L'opera
artistica di Gentile fu ritenuta il culmine della pittura moderna.
Quasi sessant'anni dopo, tra il 1481 e il 1482, il grande Leonardo da Vinci inizia a Firenze un'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi), ma la lascia incompiuta perchè deve partire per Milano, infatti, sulla tavola rimane solo il disegno preparatorio, anche se molto dettagliato.
Leonardo è un innovatore del linguaggio artistico rinascimentale. A lui che analizza la realtà con occhi attenti e curiosi di uno scienziato, non interessa raccontare la scena dell'Adorazione come un fatto storico ma piuttosto capire e rappresentare il vero significato della Nascita di Gesù e le sue conseguenze sull'umanità, ecco perchè rappresenta la scena dell'Epifania, come manifestazione del Divino.
Come ben si vede, Leonardo abbandona lo schema tradizionale del corteo e della capanna; colloca al centro della scena la Madonna col Bambino e intorno numerosi personaggi che con i loro gesti e con le loro espressioni mostrano una profonda emozione.
La manifestazione della Divinità è un fatto eccezionale che sconvolge il corso naturale delle cose e la vita degli uomini, ed ecco che qui Leonardo cambia il cammino della Storia; infatti nella parte superiore del dipinto si intravede una battaglia di cavalieri davanti ad un edificio in rovina che allude alla fine del mondo pagano.
Un secolo dopo, 1582, a Venezia, l'artista Jacopo Tintoretto dipinge una Adorazione dei Magi per la Sala Terrena della "Scuola Grande di San Rocco". Siamo nel periodo del Tardo Manierismo o della Maniera, quando l'Arte diventa espressione di spiritualità della Chiesa Cattolica.
In questa tela, tutto è mistero, spiritualità, profondo senso del sacro.
Questo effetto è dato dall'uso suggestivo della luce. In primo piano la luce emanata dal corpo di Gesù e, lottando con l'ombra profonda del crepuscolo, mette in evidenza i gesti e le emozioni dei Magi e degli altri protagonisti.
Sul fondo il corteo dei Magi è quasi un'apparizione fantastica, con figure trasparenti senza peso, costruite con pennellate rapide e spezzate, ma luminose. Quello che vediamo è veramente uno spazio dell'anima, espressione interiore dell'artista veneziano.
Adorazione dei pastori, nota anche come Adorazione dei Magi.
Quest'opera fu realizzata da Michelangelo Merisi detto Caravaggio nel 1609 ed è collocata presso il Museo Regionale di Messina.
E' considerata una delle opere più intime e rappresentative dell'artista nonchè
la capostipite del genere della Natività Povera che conoscerà un grande
sviluppo nel corso del secolo e di quello successivo.
La scena è ambientata
all'interno di una stalla: Maria,
sfinita dal viaggio e dal parto, giace sdraiata per terra, e regge
in grembo il Bambinello che dorme. Dinanzi a loro, San Giuseppe ed i pastori mentre sullo sfondo il bue e l'asino fungono quasi da quinta
insieme alla mangiatoia. Tutta la povera ed umile ambientazione è però improvvisamente illuminata dalla luce divina emanata dal Bambinello Gesù.
L'opera venne eseguita durante il passaggio dell'artista dalla Sicilia, in seguito alla sua fuga
dalle prigioni di Malta. Nel
corso del suo breve soggiorno a Messina, Caravaggio ricevette dal senato della
città l'incarico di realizzare una pala
d'altare per l'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria della Concezione, retta dai padri Cappuccini. In cambio, il senato
prometteva all'artista il compenso di mille scudi,
una delle più alte cifre della sua carriera.
Al 1753 risale la grande Adorazione dei Magi (Munchen, Alte Pinakothek) dipinta da Giovan Battista Tiepolo, uno dei più famosi rappresentanti della pittura veneta nell'epoca dominata dal gusto rocaille (tardo-barocco).
Lontana sia dalla spiritualità che dalla
razionalità degli esempi del passato, si presenta quasi come una
rappresentazione nuova, teatrale. L'opera si presenta molto raffinata nei dettagli: la luminosità della
Vergine che si contrappone agli abiti scuri di San Giuseppe;
la figura del Moro in primo piano, con il turbante rosso e gli abiti lussuosi;
la macchia brillante della veste dorata del Mago inginocchiato davanti alla
Madonna. I colori sono squillanti, splendenti contrastanti col chiaroscuro ambientale. La bellezza della pittura rivela le emozioni e la spiritualità della scena. È un'opera realizzata non solo per soddisfare il gusto per i colori e per l'arte, tipico elemento che domina buona parte del XVIII
secolo, ma soprattutto evidenzia la spiritualità e lo
splendore della nuova forma artistica.
Buona Epifania a Tutti!!
Elvira Nania
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