Vincent Van Gogh Notte Stellata 1889, Museum of Modern Art, New York
La poesia "Notte Stellata" è ispirata ad uno dei più famosi dipinti del pittore olandese Vincent Van Gogh. La tela fu realizzata nel 1889 quando già da qualche settimana, per un esaurimento nervoso, Van Gogh si trovava ricoverato nell'istituto psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence.
Van Gogh rimase sveglio per alcune notti ad osservare il cielo che vedeva dalla finestra della sua stanza, rimase affascinato dal paesaggio notturno di Saint- Rémy e dal pulsare delle stelle che, in un certo senso, colmavano quel desiderio di infinito che tanto il nostro autore ricercava
Il dipinto non è una fedele riproduzione della realtà ma una immaginaria visione attraversata da forti e contrastanti emozioni e sensazioni che insistentemente turbavano l'animo dell'artista.
Nell'iconografia del paesaggio notturno affiorano anche alcuni ricordi della sua infanzia, come il quieto paesino natale rappresentato in basso, il campanile di una chiesa e un imponente cipresso dalle cime ondulate che si erige in alto fino a sfiorare le stelle.
Notte Stellata
Quante emozioni,
quanti pensieri contrastanti
e quanti ricordi trapelano...
vagano tra forme e colori
in un solo tratto di cielo imbrunito
contemplato dalla finestra
di una stanza insana.
Un piccolo spazio, ma infinito. . .
che va oltre la pittura...oltre la natura
in cui arte e anima s'incontrano
emozioni e colori s'inseguono...
s'accostano...s'abbracciano
fino a diventare un tutt'uno.
Notte di stelle e di emozioni viventi.
Non fuggono col tempo,
non volano col vento,
rimangono lì, campeggianti . . .
risonanti, angosciate ..
sparse a schizzare
echi di un animo inquieto.
Infuocata, la falce di luna
osserva il loro inseguirsi...
roteare vorticosamente su se stesse
come meteore impazzite,
palpitano...in quel tratto di cielo
imbrunito, dipinto da un cuore errante.
Un pensiero attraversa la mente maestra:
"Prima di questo dipinto
la notte non era stata così intensa"
E da un lontano ricordo
nasce un paesaggio notturno,
dormiente, che lascia immaginare
una placida quiete...memore
il campanile di una chiesa d'infanzia
la punta di un cipresso, ansante,
s'insinua prepotentemente tra le stelle,
alla ricerca dell'infinito...
Per un attimo mi fermo a guardare il cielo,
a contemplare le stelle, autentiche... e
con la mente viaggio tra le Perseidi...
Come per magia, cade una stella complice,
poetica.... e il suo buon dire a
innamorati, sognatori, spettatori
"non smettete mai di sognare...
di credere...di sperare ...
Elvira Nania
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