mercoledì 28 novembre 2012

A pochi anni . . .


. . .  mi trovavo in una festa di fidanzamento ufficiale. 

Ero una delle invitate più piccole della serata. 
Stupita e, stranamente, immobile
stavo in mezzo a un gruppo di ragazze musiciste. 

Suonavano per una loro amica che festeggiava 
 il suo fidanzamento in casa con amici e parenti,
così come voleva la tradizione degli anni '60.

Ascoltavo con interesse la musica e curiosavo tra la gente. 

A pochi anni, vedevo la realtà come una favola di note e colori

Elvira Nania 


sabato 24 novembre 2012

Tour Culturale in Sicilia - Parte IV




Come già detto, la Sicilia è la Regione con la più alta concentrazione di siti inseriti nella World Heritage List "Lista del Patrimonio dell'Umanità" dell’UNESCO. 
Ben cinque sono i nostri siti archeologici e monumentali che occupano un posto prestigioso di rappresentanza culturale della nostra splendida Isola nella WHL dell’UNESCO.

1. La Valle dei Templi di Agrigento (Vedi "Tour Culturale in Sicilia" Parte II/III)
2La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina
3. Le Isole Eolie 
4. La Val di Noto
5. Siracusa e Pantalica


La Villa Romana del Casale - Piazza Armerina 





Intorno agli anni ’50 fu portato alla luce l’intero complesso strutturale della Villa Romana del Casale, grazie alla scoperta dell’archeologo Gino Vinicio Gentili (Osimo, 1914- Bologna, 2006) che ne intraprese l'esplorazione in seguito alle segnalazioni degli abitanti del luogo. Basandosi principalmente sullo stile dei mosaici, lo scopritore datò in un primo momento l'impianto della sontuosa abitazione, sorta su una più antica fattoria, non prima della metà del IV secolo. Successivamente lo stesso studioso assegnò la Villa all'età tetrarchica (285-305). 




File:1952 GinoVinicioGentili.jpg
Gentili illustra i ritrovamenti della Villa del Casale 

E’ stato uno dei ritrovamenti più importanti fino ad oggi effettuati in Sicilia, a Piazza Armerina presso Enna. Uno degli esempi più belli e interessanti di architettura  romana.




La Villa Romana sorge alle falde del Monte Mangone a circa 6 km a sud-ovest da Piazza Armerina, in una conca circondata da basse colline ricche di vegetazione e venne edificata tra la fine del III e l'inizio del IV secolo d.C. nell'ambito di un sistema di latifondi appartenenti a ricche famiglie romane che vi si recavano a caccia o in vacanza. 


Villa Romana vista dall'alto

Molte sono le ipotesi su chi fosse il vero proprietario della sontuosa Villa, ma non si ha alcuna certezza, infatti alcuni studiosi sostengono che fosse appartenuta ad un'alta personalità della gerarchia dell'Impero Romano, probabilmente ad un Console, mentre altri suppongono che la villa sia stata di proprietà dell'Imperatore Marco Valerio Massimiano, detto Herculeos Victor, collaboratore di Diocleziano nella gestione dell'Impero Romano.

decorazioni musive pavimentali 

Abitata in età bizantina e poi araba, la Villa fu parzialmente distrutta dai normanni, una valanga di detriti, provenienti dal monte Mangone che la sovrasta, la coprì quasi totalmente. 
Solo nel 1881 furono iniziati gli scavi archeologici, ripresi poi nel 1935 e poi ancora nel 1939 ma portati a termine solo negli anni '50 con l'intervento della Regione Siciliana.

La morfologia del terreno e le diverse fasi di realizzazione hanno determinato una planimetria molto articolata della Villa che confermi un uso sia residenziale sia pubblico e dato dagli stessi interventi edilizi per le parti destinate alle pubbliche funzioni e dalla grande realizzazione dell'apparato decorativo pavimentale e parietale. 

La struttura della sontuosa Villa con le sue 48 stanze (una diversa dall'altra per varie forme circolari, rettangolari, quadrate)  si articola attorno al peristilio quadrangolare (luogo circondato da colonne) cui si accede dal vestibolo (spazio dinanzi la porta esterna della villa) e la cui pavimentazione raffigura una cerimonia di sacrificio ai Lari, protettrici delle famiglie. 

Piazza Armerina Villa del Casale  Piazza Armerina Villa del Casale   Piazza Armerina Villa del Casale   Piazza Armerina Villa del Casale Piazza Armerina Villa del Casale   
      Peristilio                                                     Particolari di mosaici 

Il pavimento del peristilio è interamente mosaicato con immagini di felini, leoni, antilopi, tori, cinghiali, cavalli selvatici, cervi e arieti all'interno di figure geometriche circolari circoscritte in quadrati. Il tutto è decorato da corone di alloro. 
Le pareti interne del portico sono interamente ricoperte da decorazioni pittoriche mentre le pareti esterne sono delimitate da colonne in granito. 

Il pavimento di quasi tutte le sale è ricoperto da magnifici mosaici d'epoca romana, formati da tessere colorate. Essi furono realizzati da differenti gruppi di maestranze nord-africane deducibile dall'autenticità con cui sono stati rappresentati diversi luoghi dell'Africa. 

File:Villa11(js).jpg
Scena di caccia 

I mosaici coprono una ampia superficie, più di 3500 mq e rappresentano scene di vita quotidiana, raffigurazioni di eroi e di divinità, scene di caccia, di cattura e di giochi, ma anche motivi tratti da racconti omerici. 

File:VillaDelCasaleJagd modified.jpg
scena di cattura 

Le rappresentazioni musive sono state orientate in modo che il lato frontale sia rivolto sempre verso l'ingresso di ogni stanza. 



scene di vita quotidiana 
SALA RAGAZZE IN BIKINI
Ragazze in bikini 

La sala più celebre della Villa raffigura su due diversi registri dieci ragazze il cui costume è sorprendentemente simile al nostro due pezzi, si tratta in realtà di indumenti sportivi che venivano indossati per compiere esercizi ginnici. Il pezzo superiore era chiamato fascia pectoralis mentre quello inferiore era il Subligar. In epoca romana non esisteva il concetto di "bagno a mare", esso nascerà molto più tardi intorno al 1870. 
Le giovani donne rappresentate sono impegnate in uno spettacolo in onore della dea del mare a fare esercizi ginnici: utilizzo di pesi, lancio al disco, corsa campestre, giochi con la palla.
Nel registro inferiore due ragazze vincitrici. La fanciulla togata sta per incoronare, con la palma della vittoria, una ragazza che ha compiuto la prova di abilità tenendo in mano la ruota raggiata e fatta rotolare con l'ausilio di un bastoncino. 

La sontuosa Villa Romana del Casale di Piazza Armerina è una delle testimonianze più straordinarie proveniente da diverse culture del mondo romano e mediterraneo ed ancora ben conservata. 
E' uno dei siti archeologici tra i più importanti al mondo inseriti nella lista dei beni Unesco e la sua importanza, come già detto, è legata all'ampia estensione e alla qualità dei suoi mosaici, ma soprattutto alla scelta che fu fatta al momento degli scavi, cioè quella di  lasciare in situ i pavimenti musivi piuttosto che trasferirli in un museo come è accaduto in altri luoghi. 

Dopo quasi sei anni di restauri tornano a brillare come in quell'epoca lontana pavimentazioni, affreschi e disegni impreziositi da 120 milioni di tessere ripulite una per una da 50 restauratori arrivati da tutta Europa e coordinati dal Centro Regionale del restauro. 


Elvira Nania 

NB. I Post successivi saranno dedicati agli altri 3 siti archeologici e monumentali inseriti nelle WHL dell'UNESCO:  Le Isole Eolie; La Val di Noto;  Siracusa e Pantalica. 



venerdì 23 novembre 2012

Meraviglioso


......forse un angelo vestito da passante. . . 
mi portò via dicendomi così . . .Meraviglioso


giovedì 15 novembre 2012

A volte mi chiedo se . . .





volte, mi chiedo se . . . i sogni riusciranno ad oltrepassare le ombre della notte e se il primo bagliore dell'alba riuscirà a farli decollare.

A volte, mi chiedo se . . . il tramonto, come per magia, riuscirà a danzare con l'alba, se le illusioni svaniranno all'orizzonte e se la realtà segnerà il confine.


A volte, mi chiedo se . . . la sera non sarà più così gelida, se le rose non piangeranno rugiada, se le stelle non staranno a guardare, se la luna mostrerà il suo volto e se il cielo si vestirà di rosa.

A volte, mi chiedo se . . . la luce del nuovo giorno basterà ai miei occhi per vegliare sul volto della speranza, se il calore del sole saprà scaldare il mio cuore e se i colori dell'arcobaleno riusciranno a dipingere le pareti dell'anima mia. 

A volte mi chiedo se . . . la vita non è altro che un sogno. . .

Elvira Nania


domenica 11 novembre 2012

San Martino

Giotto- San Martino e il mendicante - Affresco- Basilica di Assisi

Per ricordare . . . 

Actus Caritatis ( il gesto di carità)  di San Martino, Vescovo di Tours


Fin dall'alto Medioevo, Martino (IV sec. d.C.) fu il Santo più popolare e venerato in Italia, Francia, Spagna e Germania. Nacque tra il 316 e il 317 da genitori pagani nella provincia romana della Pannonia (l'odierna Ungheria) e morì a Candes l'8 novembre 397.  La sua ricorrenza cade tre giorni dopo la sua morte, cioè l’11 novembre, giorno dei suoi funerali e della sua sepoltura a Tours.
Ancora giovinetto fu chiamato alle armi. La legge romana del tempo lo obbligava ad arruolarsi nella cavalleria romana e a soli 19 anni fu destinato in Gallia per combattere.
Fu in quel tempo (probabilmente nel 338), quando ancora Martino era catecumeno, che avvenne, alle porte di Amiens, l’episodio del mantello.
Contro la volontà dei genitori, Martino si fece battezzare e si convertì al cristianesimo. Divenuto cristiano lasciò le armi e iniziò a condurre una vita monastica dedicandosi principalmente alla sua opera di evangelizzazione. Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero vescovo della loro città dedicandogli la basilica che divenne ben presto meta di numerosi pellegrinaggi.

La leggenda racconta . . .

Era l'11 Novembre, il cielo era coperto, piovigginava e tirava un brutto vento che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto in un ampio mantello di guerriero.
Ma ecco che lungo la strada vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo.
Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. Poveretto - pensa - morirà per il gelo! E pensa come fare per dargli un pò di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito, ma per caso il cavaliere non ha con sè nemmeno una moneta.
E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poichè gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto. 
Dio ve ne renda merito! - balbetta il mendicante, e sparisce. 
San Martino contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte del mantello che lo copre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che, improvvisamente, smette di piovere, il vento si calma, le nubi si diradano e il cielo si rasserena. L'aria si fa mite.
Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi l'altra metà del mantello.

A quel gesto di carità seguì un insolito mitigarsi del clima, che si perpetuò nel tempo diventando “L’estate di San Martino”. 

Ma la storia di San Martino non finisce qui.

Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio Lui in persona.

Martino era stato ricompensato dal Signore con la clemenza delle temperatura; poichè il suo  comportamento da cristiano aveva confermato il comandamento dell'Amore: "Ama il prossimo tuo come te stesso". 


La Festa di San Martino fissata l'11 Novembre, collocata alla fine dell'annata agricola al principio della stagione invernale, diede origine a molte tradizioni legate al mondo rurale e in particolare alle attività agricole. Una tradizione celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata per l'appunto San Martino.

In quel periodo si completa la raccolta dei frutti, il mosto ribolle nei tini ed è prossima la svinatura. I boschi sono ricchi di selvaggina, di funghi, di castagne, di nespole e molti altri frutti. Tutto ciò è occasione di incontri, di festa e di abbondanti libagioni.

Ricordiamo questa straordinaria ricorrenza come esempio di santità, di amore e di tradizione. 


 


Buon San Martino a Tutti! 

Elvira Nania 



venerdì 2 novembre 2012

E fu subito sera


Il tempo di vivere
 fu breve.
Il tempo di sorridere 
fu effimero.
Il tempo di credere
mentì.
Il tempo di amare
fuggì.
E fu subito sera.

Elvira Nania





          


Dedicate . . . 
2 Novembre

Un pensiero dolente 
con tacito gesto
ripone dei fiori 
e recita preci. 
Rimembra ancora 
quel dolce sorriso
che un raggio perpetuo, 
in anticipo al tempo,
portò via con sè.

Elvira Nania