Per sfuggire all'amore di Apollo, dio del sole, Dafne invoca il padre che,
ascoltata la sua preghiera, la tramuta in un albero di alloro.
Francesco Albani, "Apollo e Dafne" (1615) - Museo del Louvre, Parigi
“Come
quando un cane di Gallia scorge in campo aperto una lepre, e scattano l'uno
per ghermire, l'altra per salvarsi […] così il dio e la fanciulla, un fulmine
lui per
la voglia, lei per il timore. Ma lui che l'insegue, con le ali d'amore in
aiuto, corre
di più, non dà tregua e incombe alle spalle della fuggitiva, ansimandole sul collo
fra i capelli al vento.
Senza più forze, vinta dalla fatica di quella corsa
allo spasimo,
si rivolge alle correnti del Peneo e: «Aiutami, padre», dice. «Se voi fiumi avete
qualche potere, dissolvi, mutandole, queste mie fattezze per cui troppo piacqui”. Ovidio, Le Metamorfosi
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